NGORONGORO E L’ISLANDA
Ngorongoro Crater, Tanzania 2002
Ngorongoro, Tanzania, agosto 2002. Canon EOS3, ob. Canon 70-200mm f2.8, Fuji Velvia 50, Scanner Nikon Coolscan V ED.

Proprio adesso, che da poco sono tornato dall’Islanda, m’imbatto in uno stupendo Manganelli geografo e viaggiatore, che in poche righe riesce a spiegarmi il semplice mistero della mia contraddittoria, duplice attrazione per l’Africa e per il Grande Nord. Non che non l’avessi intuito anche da solo, infatti lo sento qual’è il filo che lega Ngorongoro all’Islanda, ma le parole di Giorgio Manganelli, straordinario, quanto poco conosciuto, scrittore del nostro tempo, hanno il dono dell’illuminante e poetica sintesi. L'immagine di Dio sudato e con le mani sporche di universo mi sembra valere da sola la lettura. Ve lo consiglio.

"In breve, il mondo fisico islandese non è umano; è fondamentalmente preumano, sa di cosa appena creata, e che del parto sterminato ha addosso i segni stravaganti e faticosi. (…)
Questa terra è numinosa, porta addosso i segni di un recente, ustionante passaggio di numi, è segnata di orme umide di un animale creante, feroce e fantastico.
Il ricordo rievoca un luogo africano; un punto preciso: l’orlo del cratere di Ngorongoro, in Tanzania, uno sterminato imbuto che custodisce foreste, e un lago, e innumerevoli animali, di ogni sorta. All’alba, sale dal cratere una lenta, tiepida nebbia, e viene via via svelando la gigantesca coppa in cui gli uccelli cominciano a cantare – sul fondo, una minuscola fila di enormi elefanti si incammina verso il lago, a dissetarsi. La creazione è appena finita, Dio suda, ha le mani sporche di universo, un universo ancora informe, sfinito dal parto e felice, sebbene ignaro, della propria esistenza, selvatica e pigra. Ma noi, noi uomini, descrittori del mondo, siamo del “dopo”, siamo avventizi, possiamo solo avvertire quella coscienza confusa ed enorme che ci accerchia, a Ngorongoro come sulle rive del Myvatn. Queste immagini sono state create, non progettate, e non per noi."



Giorgio Manganelli
L’isola pianeta e altri settentrioni
Edizioni Adelphi

 
Lago Myvatn, Islanda.
Il lago Myvatn, Islanda. Canon EOS5D, ob. Canon 24-105mm f4.0.
22 giugno 2010, 11.28.36, ISO 200, lunghezza focale 45mm, priorità dei diaframmi, AV f16, TV 1/250, misurazione valutativa, One-Shot AF.