IL CORRIERE ALLAMATO
Corriere grosso Charadrius hiaticula, Toscana, primavera 2002. Canon EOS3, ob. Canon 300mm f4.0 con duplicatore Canon 2X. Fuji Velvia 50. Scanner Canon 2720 dpi.
Ho fatto questa foto in uno dei parcheggi vicini alla foce del fiume Serchio. Ero in compagnia di un caro amico e ci accingevamo a una passeggiata fotografica lungo la spiaggia quando notammo, a pochi metri da noi, il vivace movimento di una coppia di limicoli. Il piumaggio ci creò problemi d’identificazione, ma dopo qualche battibecco, consultati i nostri manuali, ci accordammo sul Corriere grosso.
Restammo a bordo dell’auto e per un po' scattammo in buon favore di luce, poi ci avviammo alla nostra passeggiata facendo involare i due uccelli. Fu solo giorni dopo, visionando le diapositive sviluppate, che notai l’inquietante filo da pesca fuoriuscire dal piccolo becco. Dunque avevo fotografato un uccello preso all’amo e non me n’ero reso conto! Pensai che il corriere non sembrava molto leso dal terribile accidente. In effetti si muoveva e volava senza apparenti difficoltà, ma forse, a guardar meglio la foto, il suo sguardo appariva un po’ triste, si, appena velato di tristezza.
Riflettei su due cose: sul potere dell’immagine fotografica, che ci consente di vedere quel che non possiamo vedere e sulle grandi capacità di adattamento degli esseri viventi. Quanta gente, infatti, se ne va in giro col suo amo in gola, mostrando solo un velo di tristezza nello sguardo?
Dubbiosi saluti.